” [...] Le opere, acrilici e tecnica mista su tele di grande e grandissimo formato, saturano lo spazio espositivo come letteratura primordiale scarna e aulica in cui il parler pour parler cede il posto all’ essenzialità argomentativa delle introspezioni, delle speranze, delle illusioni, asciugandosi di ogni elemento superfluo e riscoprendosi – pur nella vitalità di qualche sbavatura di colore puro, liquida come linfa vitale – laica liturgia che rinuncia alla prolissità della prosa in favore di azzardati equilibri compositivi, secchi e imprevedibili come versi avanguardistici [...]“.
(da testo critico Vito Campanelli | Spunti concreti di assoluto, a cura di Gaetano Salerno)