” [...] Nel manto cromatico che ricopre queste tele, espandendosi e ritraendosi all over fino a occultare la vuotezza dello sfondo, s’intuisce un allegro andare nel mondo, l’eccitazione di uno spirito vagante fanciullo calato nell’esplorazione multisensoriale di spazi inconsueti, l’ineffabile smarrirsi nei labirinti della physis – questo fiume che scende e risale, oggi asciutto domani un torrente – senza poterla mai realmente afferrare né possedere [...]“.
(da testo critico Sabrina Grossi | Ineffabile smarrirsi, a cura di Gaetano Salerno)