” [...] Soggetti minori, vestiti, scarpe, lenzuola, tessuti, sottratti alla quotidianità e all’oblio del tempo, all’apparenza dismessi e apparentemente appesi o adagiati con casualità, originano nature morte dal sapore accademico nelle quali si intuisce però costante il richiamo alla vita che un tempo non molto lontano le ha possedute; una pittura di figura giocata tra rimandi di matrice metafisica e visioni prossime ad una letteratura ermetica in cui la presenza umana, sottratta fisicamente dalla teatralità della scena, torna ad imporsi con solenne discrezione [...]“.
(da testo critico Paola Signorelli | E per assenza esisto, come il vuoto, a cura di Gaetano Salerno)