” [...] interviene con decisione sulla tela senza ricercare giudizi morali e senza suggerire percorsi di coinvolgimento che implicherebbero fattori emozionali fuorvianti; nel lungo piano sequenza dei volti, abolite le gerarchie, si stagliano soggetti-icona vittime della loro essenzialità, distorti e ri-contestualizzati nella nuova veste che ignora le falsità propagandistiche in favore di attestazioni del vero: eroi e antagonisti, vincitori e vinti, buoni e cattivi, oltre il mito che il loro nome ha evocato nel tempo, uniti nel progetto utopico di un’umanità che nell’inferno della guerra si è scoperta disumana [...]“.
(da testo critico Michele Tombolini | Pittura in guerra, a cura di Gaetano Salerno)
Michele Tombolini – Pittura in guerra_testo critico