” [...] Oltre le precise coordinate fornite dunque dallo spazio e dal tempo e le vulnerabilità imposte alla materia da queste imprescindibili variabili e dalla loro percezione nel “nuovo presente”, l’azione dell’artista si riscopre costantemente attuale, resa contemporanea e comprensibile dal rapporto con l’atto reiterato della raccolta che annulla prontamente le distanze tra il ciò che è stato e il ciò che è, consentendo di correlare l’oggetto presente con la sua suggestione lontana, rivisto da sguardi più attenti e consapevoli e dal costrutto mnemonico che conferisce forma sostanziale alle molte forme e alle molte sostanze che caratterizzano questa esperienza [...] “.
(da testo critico Emilio Pian | Archeografie, a cura di Gaetano Salerno)