





” [...] Ogni immagine è la sinossi di un racconto e la sintesi di un’intuizione pittorica, il suo divenire gesto e segno coincide con la nascita di anime indipendenti e libere, ciascuna foriera di una propria verità silenziosa, di un’innegabile ragion d’essere, desumibile dai primari ma significativi elementi utilizzati dall’artista per la mappatura e la gestazione iconica di moti e apparenze di volti, corpi e membra, epifania di intelletti piuttosto che di intellettualismi [...]“. (da testo critico Raimondo Squizzato | Fisiognomica delle Coscienze, a cura di Gaetano...
Read More” [...] Le iperboli di corpi e carni vivide esposte al sole di Costantini, offerte senza schermi moralistici, attirano voyeuristicamente la nostra attenzione, costringendoci poi a proseguire oltre la sensualità dei corpi, intuire nei frame pittorici una visione sincretica di una quotidianità anonima dipanata in lungo, desiderosa di essere guardata, ascoltata, dipinta e prossima alla consacrazione iconica conferita dal potere eterno e commemorativo della pittura che dialoga con la fotografia e inverte i ruoli di chi osserva e di chi invece è osservato [...]“. (da testo...
Read More” [...] l’ingannevole facciata di azioni easy, meccanicamente gestuali, riafferma infatti, attraverso l’azione dell’esplorazione empirica dei ricordi, come in gioco di curiose osservazioni fanciullesche, il bisogno di riunificazione armonica di spazio, tempo e materia in nuovi contesti che l’artista avvicina con lo stesso rispetto con il quale si rievoca un pensiero prezioso e lontano, per recuperare decadenti reminescenze emotive e sedimenti psichici improvvisamente bisognosi di ricollocarsi in un presente narrativo che l’artista intende esprimere e condividere...
Read More” [...] Analizzare un dato oggettivamente bello, evidenziarne meticolosamente i dettagli soffermandosi sui microcosmi strutturali sposta la ricerca di Anastasia dal piano puramente estetico a quello concettuale: la bellezza alla quale alludono queste composizioni, il fascino dell’arabesco del quale ignoriamo l’origine e la fine e del quale soltanto possiamo invidiarne la determinazione della presenza con la quale costringe i nostri sguardi a continui scarti prospettici, dall’esterno al centro della tela, esistono prima che la materia esploda in conquiste di riconoscibilità ed...
Read More” [...] Smaterializzarne il concetto, tra analogia e sacralizzazione, oltre l’impedimento stesso – visivo e fisico – che la catena montuosa rappresenta, sorvolando l’invalicabilità della sua quotidiana e silenziosa ed eterna persistenza nello spazio visivo di chi, fin dalla nascita, ne subisce l’imponenza, equivale ad accettare la sfida di superare la propria impotente finitezza nella metafisica dell’ascesa, una scelta filosofica ancora più mirata e significativa di qualsiasi viaggio sensoriale limitato alle superfici di ghiaccio e alle alte cime [...]“. (da testo...
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