Paola Volpato

” [...]  come se le apparenze evocate dal suono dei versi, il mantra vocale della declamazione, creassero un archivio storico trasmesso oralmente da saggezze antiche alle quali attingere e nelle quali scoprire non solo l’origine ma lo scopo e il valore della nostra esistenza.La poesia offre difatti a Paola Volpato lo spunto per l’utilizzo di registri aulici (laddove la prosa svela e narra, la poesia immagina e suggerisce), ermetismi e simbolismi attraverso i quali strutturare racconti mai pienamente rivelati, piuttosto accenni a realtà vissute da recuperare nel cammino disseminato di dettagli significanti, da riconoscere e ricomporre, come se la limitatezza fisica della tela – al pari delle chiuse sintassi di un componimento in prosa – fossero inadatti a racchiudere l’assoluto al quale l’artista si orienta [...]“.

(da testo critico Paola Volpato | Com’è immoto l’enigma!, a cura di Gaetano Salerno)