” [...] Realizzare merletti, ricami, gioielli, stoffe lucenti o vellutate, damaschi e stuoie con il pennello, utilizzando inganni visivi la cui natura mimetica introduce una pronta rivelazione di falsità, non è il pretesto per dar vita a virtuosismi di maniera, leziosamente svelati dai dettagli imitativi del trompe-l’œil, quanto piuttosto l’occasione per discutere il valore evocativo del segno, per declamare poesie della sottrazione, nella sintesi di un mondo contenuto, commensurabile, preciso come un taglio sartoriale, determinato dalla misurazione della superficie mai eccedente o eccessiva e sempre delimitato dal limes fisico e sensoriale entro il quale l’artista racchiude la propria ricerca [...]“.
(da testo critico Manù Brunello | Vestiti Sospesi, a cura di Gaetano Salerno)