” [...] Il pittore – un tempo lontano sull’orlo del precipizio occultato – compie oggi il balzo difficoltoso quanto necessario nel mare della nebbia e dell’incerto; non più vittima di una natura matrigna aizzata da divinità sconosciute intuisce e svela nel caos atmosferico linguaggi cifrati guida, pitto-scritture sfumate eppure costantemente affioranti come criptiche risposte in attesa di codifica. Tra la condizione terrena e quella celeste si insinua una primordiale forma di giudizio, del quale l’artista è interprete, come concetto-tramite kantiano sospeso tra fenomeno e noumeno [...]“.
(da testo critico Claudio Tesser | Viandante nel mare di nebbia, a cura di Gaetano Salerno)